a cura di Francesca Senatore
Il 24 giugno, come da tradizione religiosa, si festeggia San Giovanni ed il solstizio d’estate arriva al suo culmine. Molti sono i riti che celebrano questo importante passaggio dal giorno più lungo dell’anno, quindi quello più illuminato dal sole, al suo graduale declino verso l’autunno.
Il Sole staziona nel cielo per un tempo più lungo prima del suo andamento discendente e la luce profusa è per gli uomini una vera e propria benedizione che li apre alla percezione dei mondi sottili ed è per questo che in tutto il mondo vengono accesi falò per rafforzare il simbolo solare, purificarsi ed allontanare eventuali spiriti maligni.
Le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni:
mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori, si raccolgono piante aromatiche, quelle che danno poco fumo e hanno un buon aroma, da bruciare sui falò solstiziali, come timo, ruta, maggiorana. È comune credenza che moltissime piante raccolte in quest’epoca abbiano poteri quasi miracolosi.
La pianta sacra del solstizio d’estate è l’iperico. Esso raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni.
L’iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto “proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”.
Dai fiori gialli con pistilli bene in mostra e petali bucherellati, l’iperico è una pianta che cresce ai bordi dei sentieri di montagna in luoghi soleggiati ed asciutti.
Per la raccolta è bene munirsi di un paio di forbici e di un cestino e scegliere spazi verdi incontaminati lontani dal traffico. Tradizionalmente deve essere raccolto il 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni e per la pianta periodo di fioritura, a cui corrisponde la massima concentrazione di principi attivi quali in primis l’ipericina e iperforina che hanno proprietà antivirali, antibiotiche, antisettiche, antimicotiche. L’erba di San Giovanni ha un effetto calmante e per le sue caratteristiche viene considerata un antidepressivo naturale se assunto in tisane per via orale.
Con le sommità fiorite possiamo produrre un oleolito dalle molteplici virtù : cicatrizzanti, disinfiammanti, antidolorifiche.
Come si prepara:
Prendere un vasetto di vetro con chiusura ermetica e riempirlo con le sommità fiorite dell’iperico appena raccolto. Versare all’interno del vasetto un olio vegetale di vostro gradimento fino a ricoprire del tutto la pianta e rasente al bordo superiore del contenitore scelto. Si può usare olio di mandorle, olio di riso o olio di girasole.
Si avvolge il vasetto in carta argentata o in un sacchetto di carta e lo si lascia al sole per 40 giorni, scuotendolo almeno una volta al giorno per qualche secondo.
Trascorsi i 40 giorni possiamo filtrare l’olio servendoci di una garza posizionata all’interno di un colino. Ripetere l’operazione fin quando l’oleolito non sarà libero da tutti i residui.
Il risultato sarà un olio di un colore rosso intenso che deve essere conservato possibilmente in bottiglie di vetro scuro e con il quale possiamo produrre unguenti, addizionarlo alle creme o usarlo tal quale sulla pelle, ricordandoci però di non esporci al sole dopo l’applicazione perchè rende la pelle fotosensibile.
L’ oleolito d’iperico è utile in caso di scottature, piaghe, dermatite, psoriasi, contratture, acne, arrossamenti ed è anche un ottimo doposole.
Francesca Senatore attualmente studentessa di Naturopatia presso la Scuola Italiana di Scienze Naturopatiche, Operatrice Ayurvedica diplomata nel 2011 presso l’associazione Maha Atharva Veda di Roma. Ha frequentato corsi di floriterapia metodo transpersonale con Ricardo Orozco. Appassionata di cosmesi naturale, da 5 anni, tiene corsi di autoproduzione presso varie associazioni della Campania.
Francesca Senatore___Cosmetici Naturali ___Cell. 329.7623344
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